Sul
gender
e
altre cose note (I)
Agli
onori della cronaca italiana, nelle ultime settimane
è emersa la questione delle unioni civili perché, proprio in questi
giorni, si sta discutendo in Parlamento la legge Cirinnà che
permetterebbe, una volta approvata, la possibilità per persone che
siano anche dello stesso sesso di poter avere un riconoscimento da
parte dello Stato e, cosa ancora più in discussione, la possibilità
di adottare il bambino del proprio coniuge (la cosiddetta stepchild
adoption).
Proprio in reazione a questa legge ed alla sua eventuale
approvazione, nelle ultime settimane ci sono state diverse
manifestazioni pro o contro la legge, dove hanno partecipato diversi
credenti, tra cui anche evangelici conservatori ed evangelici
liberali che si sono schierati su opposti versanti (pro o contro la
legge). In questa rubrica di oggi (cui ne seguiranno altre sulla
questione)
non vogliamo prender parte per l’una o l’altra fazione, ma, come
è sempre stato, vogliamo analizzare e parlare del contenuto di un
testo che ci possa portare insieme a delle riflessioni in un campo
dove, va detto, la serenità degli animi talvolta sembra esacerbarsi
senza portare ad una pacata riflessione.
Il
libro che esamineremo è stato scritto da una delle filosofe italiane
più conosciute oggi, anche per la sua capacità di divulgazione e
per essere uno dei nostri numerosi cervelli in fuga. Si tratta del
libro di Michela Marzano intitolato Papà,
Mamma e Gender
e che è stato pubblicato qualche mese fa per i tipi della UTET.
Il
testo in oggetto non è stato coinvolto nelle polemiche odierne, ma
in quelle precedenti, ormai sgonfiatesi, sulla questione
dell’educazione alla teoria
gender
all’interno della scuola italiana che sarebbe stato introdotto
dalla legge 107, detta anche legge sulla “Buona Scuola”, idea
che si è rivelata priva di reale fondamento, soprattutto dopo i
chiarimenti ministeriali in proposito.
Il testo parte dalle prime manifestazioni,
tenutesi la scorsa primavera dei Family
Day ed
inizia, tra l’altro, con una citazione di Carlo Maria Martini sulla
comprensione e l’amore. Nel primo capitolo la Marzano analizza
quanto si è diffuso come teoria gender
da parte degli organizzatori del Family
Day, mostrando
l’inconsistenza di alcune delle affermazioni e la confusione, anche
ideologica, che è stata fatta della questione.
L’A.,
che afferma di essere credente, e,
nel
confutare le tesi di coloro che hanno organizzato il Family
Day, parte
da alcune affermazioni del Vangelo, in particolare da quelle
concernenti l’amore per il prossimo. Il ragionamento è più
o meno questo:
se Gesù dice di amare anche il nostro nemico, come possiamo odiare
coloro che hanno idee sul genere diverse dalle nostre? E’ chiaro
che il ragionamento prende solo una parte del Vangelo e che è
parziale, ma. talvolta si potrebbe dire altrettanto di coloro che
hanno marciato anche nei giorni scorsi in Italia. Il testo continua,
con buon piglio, nella difesa della diversità di genere e parte,
senza in realtà averlo dimostrato, alla difesa di quello che è la
libertà di scelta dell’uomo nel campo della gestione del proprio
corpo e nel campo della scelta della propria sessualità. Marzano
(che è una specialista della questione) ha ragione nell’affermare
che la sessualità è fortemente legata alla corporeità ed al
proprio essere nel mondo e fa bene a ricordare che il corpo fa parte
dell’essenza della nostra umanità, ma come questo corpo possa
essere definito è oggetto di discussione.
Nell’ultima
parte del libro che è concluso da un capitolo che riapre, quasi a
ciclo, l’attacco contro gli organizzatori del Family
Day, nella
sua ultima parte apre anche alla definizione delle questioni di
genere. L’A. afferma che la costruzione della sessualità (e in
questo riprende soprattutto quanto affermato da Judith Butler nei
suoi testi) è essenzialmente culturale e, che, quindi, il nostro
essere biologicamente determinati in una certa maniera ha poco
valore, rispetto alla costruzione che ne viene fatta. Proprio per
questo motivo, bisognerebbe lasciare libera espressione alla propria
sessualità. Marzano si rende anche conto che la Butler e le sue idee
sono state anche criticate nel campo del femminismo (si fa
riferimento alle aspre critiche che qualche anno fa furono portate
avanti da M. Nussbaum), ma ritiene che oggi ci sia una radicalità
che vada accettata.
La
sintesi di quanto viene detto è questa. Cosa possiamo dire del
testo? Sicuramente la Marzano che aveva un compito divulgativo ha ben
assolto a quest’ultimo rendendo leggibile il libro anche ad un
grande pubblico e questo è sicuramente un merito. Che dire delle
idee? Molto di quanto esposto non è condiviso da chi scrive e trovo
che l’A., molto spesso, non dia conto in maniera chiara delle sue
posizioni. Perché essere favorevoli alle unioni civili, perché fa
parte dello Spirito del tempo o perché ci sono altri motivi che
andrebbero meglio spiegati? Come si fa a sostenere la tesi che la
cultura prevale sul biologico? Come si sostengono oggi le posizioni
del DSM psicologico che ha derubricato l’omosessualità dalle
malattie psicologiche? E’ possibile avere un approccio sulla
questione del genere che sia diversa da quella dell’A. e diversa
anche di coloro che hanno marciato (e continuano a marciare) per i
vari Family
Day? Queste
domande non mi sembrano avere risposta e mi sembra che
le conclusioni date siano preconfezionate e che,
quindi, il testo finisca nella catena di quelli instant
book, che,
per quanto efficaci nella prosa e per quanto siano anche pieni di
riferimenti opportuni all’oggi, non lascino pienamente il segno. Un
libro del genere, pertanto, rischia di fare il paio con le
osservazioni poco cogenti di coloro che hanno introdotto il problema
del gender
(giustamente
criticati dalla Marzano per l’improprietà linguistica per la
scarsa conoscenza dell’argomento) e non porta ad un contributo che
sia ragionato e sereno, nonostante l’occasione sarebbe stata
interessante. Allo
stesso tempo non condividiamo alcuni degli atteggiamenti che si sono
avuti nei confronti dell'A. quando si è deciso di non farla parlare
in locali pubblici di proprietà comunale, impedendo la libera
espressione e impedendo anche un libero confronto che forse avrebbe
potuto chiarire alcune delle questioni da me poste.
Valerio
Bernardi - DIRS GBU
grazie per questa recensione, utile in questo clima attuale in cui non si riescono ad analizzare con serenità le questioni in gioco.
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