Leonardo de Chirico,
Il Giubileo Speranza del terzo millennio, Italia per Cristo Editore, Roma 1999;
Corrado Grottoli, Il
Giubileo. Il riposo e le istituzioni sabbatiche nella bibbia.
Verso la metà di marzo, l’attuale
pontefice ha annunciato la celebrazione di un giubileo straordinario che
anticiperà di 10 anni quello “regolare”. E’
quindi interessante richiamare all’attenzione del mondo evangelico due
testi scritti da autori evangelici italiani che furono pubblicati 16 anni fa,
nel 1999, proprio per dare un punto di vista evangelico sul giubileo del 2000, promosso
da papa Woytila, che grazie ad un’amplificazione mediatica sconosciuta nei
precedenti giubilei divenne un evento di portata mondiale.
Il testo di Leonardo De Chirico è
molto breve ma incisivo e puntuale (88 pp.). E suddiviso in tre capitoli che
trattano nell’ordine il significato biblico dell’istituzione giubilare in
Levitico 25, la storia degli anni santi cattolici ed il significato odierno che
il termine ha acquisito. L’autore analizza il passo del Levitico facendo notare
che il Giubileo veterotestamentario nasce nel contesto specifico dell’Israele
premonarchico caratterizzato dagli istituti del clan e della famiglia per i quali
la terra era vitale, e che esprime concetti teologici basilari: è collegato
alle idee di creazione e di provvidenza che ricordano che la terra appartiene a
Dio, a quella di alleanza stipulata tra Dio e il suo popolo, al concetto che
Dio ha diritto sulla terra ed infine a quello di espiazione, in quanto il
giubileo cominciava con il giorno delle espiazioni. Ripreso più volte dai
profeti, pare assente nel nuovo testamento, benché gli elementi teologici su
cui poggia riemergano chiaramente nel nuovo patto. E’ il messia ad averlo
realizzato nella sua totalità, ed alcune pratiche della chiesa primitiva, come
la condivisione dei beni, lo rievocano.
L’istituzione cattolica degli
anni santi nasce invece in pieno medioevo, nel 1300, con Bonifacio VIII e nel
corso degli anni vede un intensificarsi della frequenza dei giubilei. E’
collegata alla pratica delle indulgenze, ottenute in
forma plenaria durante pellegrinaggi presso le basiliche di Roma, e consiste
nella proclamazione da parte del pontefice di un anno santo. Il significato che
la chiesa cattolica dà a questa istituzione, ben diversa da quella del giubileo
biblico, è pienamente coerente con quella caratteristica del cattolicesimo
chiamata “cattolicità”, consistente nel saper inglobare in sé tendenze divergenti,
eterogenee e persino opposte, ma comunque “ricapitolate” sotto l’unica effigie
della chiesa romana. La critica dell’autore consiste proprio nel far notare che
le offerte di perdono rivolte da Dio al mondo che il giubileo esprime, sono
state realizzate e proposte in Cristo una volta per tutta e la chiesa può
annunciarle e ricordarle, ma non può certo amministrarle decidendo quale anno
sia di grazia e quale no, e incoraggiando pratiche pagane che nulla hanno a che
vedere con i reali concetti biblici di perdono ed espiazione.
Il terzo capitolo costituisce la
pars costruens de libro cercando di porsi la domanda di come sia attualizzabile
questo importante concetto oggi. Cercando di evitare spiritualizzazioni, o
letture solo socio-economiche l’autore vede un primo significato in un appello
alla conversione dagli idoli al vero Dio. A questo si accompagnano possibili
atti giubilari da tradursi in un’attenzione alla povertà, agli stili di vita,
alla dignità del creato e delle persone, tenuti insieme da una fede decisa nel
Dio del giubileo.
Il libro di Corrado Grottoli,
condivide inevitabilmente diversi punti comuni, sia nelle analisi che nelle
conclusioni, ma ha un taglio leggermente diverso. Più lungo e dettagliato
nell’analisi dei testi biblici, consacra un’attenzione più ampia al concetto
biblico di riposo. Suddiviso in 9 capitoli, presenta nei primi tre le tre
istituzioni relative al riposo: il sabato, l’anno sabatico, e l’anno giubilare.
Di ognuna analizza i testi biblici, e pone per il giubileo il problema
interessante della sua storicità, negata da alcuni studiosi ma ritenuta
plausibile per altri. Il capitolo IV è dedicato ai significati teologici, che
nei due libri sono pressoché gli stessi (Grottoli aggiunge l’adorazione), e
procede con gli aspetti morali – è questione soprattutto del rispetto della
persona – ed escatologici. Come De Chirico l’autore rileva l’adempimento delle
profezie messianiche nell’inaugurazione di una nuova era interamente dedita al
Signore. Il capitolo VII presenta un’accurata parentesi di teologia sistematica
dedicata al significato della legge oggi, distinta nei suoi aspetti di rituale,
civile, morale per poter porre il problema di come evincere da essa principi
anche di norme non più applicate o applicabili. L’autore condivide con diversi
autori l’idea che l’istituto giubilare, non sarebbe applicabile letteralmente
alla società occidentale oggi, mentre lo sarebbe il sabato che non è un
istituto rivolto specificamente ad Israele. Nondimeno anno giubilare e giubileo
hanno qualcosa da insegnare, ed il capitolo VIII è costituito da potenziali
applicazioni sia delle diverse istituzioni sabbatiche. Anche qui i due autori
si raggiungono, con proposte relative alle problematiche della povertà, degli
stili di vita, e riferimenti concreti a situazioni quali l’azzeramento del
debito dei paesi del terzo mondo. A conclusione, un capitolo che fa alcuni
riferimenti al giubileo del 2000, ponendo problematiche analoghe a quel del
libro di De Chirico, che per brevità non ripeto.
Due testi indubbiamente interessanti,
scritti con cura, ma comprensibili da un pubblico ampio. Il primo leggermente
più critico, con una preoccupazione evidente di “dire qualcosa di evangelico”
rispetto ad un momento in cui i riflettori erano puntati su Roma, il secondo
più vicino ad una teologia biblica e all’esegesi dell’antico testamento. Utili
entrambi ad alimentare la riflessione evangelica rispetto ad un evento che,
immagino, anche in questo anno 2015 avrà dimensioni importanti.
Stefano Molino - DIRS GBU
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